mercoledì 11 giugno 2014

Dulcis in fundo

Una volta una mia collega mi ha detto che le quarte liceo sono ideali per poter pensare in grande con gli studenti: il programma di Italiano non è troppo impegnativo,  ed i ragazzi sono grandi abbastanza, senza ancora la preoccupazione della maturità...
Avevo sempre covato nel cuore questa idea, e quest'anno ho voluto metterla alla prova. E direi che ha funzionato.
In realtà, credo che molti abbiano già sperimentato tutto quel che ho proposto loro:  video recensioni di libri letti in classe, presentazioni power point, videorelazioni della gita di classe, raffigurazioni grafiche di episodi del Purgatorio, drammatizzazione di brani tratti dal Giorno di Parini... Anche grazie al supporto di una mia disponibilissima collega di materia, pianista diplomata, che ha dato una colonna sonora al programma dell'anno: la musica barocca, il Romanticismo...
Più in generale, penso che il successo di iniziative così sia legato a tutto quel che c'è prima e durante: tutti gli anni trascorsi insieme, con le inevitabili fatiche dello studio; la percezione che un voto negativo (ci son voluti quattro anni!) non è un giudizio sulle loro persone, ma solo su quanto hanno capito di un pezzo del programma... E poi, che anche la scuola possa essere un luogo di vita bello, dove ci si aiuta a entrare da adulti nella vita: sudando sui libri, ma anche sfruttando e giudicando le nuove tecnologie e le proprie passioni.
Solo così queste esperienze non rimangono sospese nel vuoto, alla stregua di variazioni sul nulla...
  
Come ultimo compito dell'anno, ho chiesto loro di realizzare un dolce (a gruppi!) ispirato al programma dell'anno, accompagnato da versi composti da loro.
Questi i "vincitori":
A Zacinto
Il blu di cui il nostro dolce è dipinto
ricorda il mare della bella Zacinto
ed è così colorato
che quasi sembra inventato
ma Foscolo così la descrive
e grazie a questa torta la sua terra rivive!

venerdì 24 gennaio 2014

Rosso


In seconda si studia poesia: la metrica, le figure retoriche, gli autori. E credo che ogni insegnante lo sappia: a parte la difficoltà a memorizzare il nome di tutte gli artifici retorici, il bello non è scoprire quali ci siano nel testo, ma quale sia il valore aggiunto.
Per dei ragazzi delle superiori, esprimerlo non è scontato né facile.
Ogni tanto però mi riservano delle perle... Come questa.
Alla sera di Foscolo:
"E quando ti corteggian liete / le nubi estive e i zeffiri sereni..."
"C'è una personificazione: si vede dal verbo corteggiare... ".
"E perché viene usata proprio questa espressione? Che immagine di cielo vi siete rappresentati?".
"...".
Io penso a un cielo leggermente mosso, con nubi che si spostano leggermente, accarezzando l'orizzonte.
Ed ecco sorgere dal banco un autentico poeta:
"Ho immaginato il cielo arrrossire, perché le nubi lo corteggiano...".
 

martedì 21 gennaio 2014

Bellissimo

Mi capita spesso di ripensare al viaggio fatto l'anno scorso in Grecia e Turchia.
Tornerei subito: per le persone che ho incontrato lì, quel che ho visto, tutto quello che vorrei conoscere e capire di più di quei posti.

Oggi ho letto una poesia turca, che ha riaperto quella ferita di nostalgia.
La lascio qui per tutti:

There must be something 
(Bir is var) di Orhan Veli


Is the sea as beautiful as this every day?
Does the sky look like this all the time?
Is this furniture, this window
always as lovely as this?
No, by God no,
There must be something behind this somewhere

(traduzione di Bernard Lewis, 1982)

domenica 20 ottobre 2013

Avviando processi

All'inizio di quest'anno, quando ho letto questa frase, sono rimasta folgorata: 

"Il tempo inizia i processi, lo spazio li cristallizza. Dio si trova nel tempo, nei processi in corso. Non bisogna privilegiare gli spazi di potere rispetto ai tempi, anche lunghi, dei processi. Noi dobbiamo avviare processi, più che occupare spazi. Dio si manifesta nel tempo ed è presente nei processi della storia. Questo fa privilegiare le azioni che generano dinamiche nuove. E richiede pazienza, attesa" (JMB).

L'ho sentita subito come un elogio della vitalità dei miei studenti, e un programma completo per me. 
Avviare processi: un insegnante sa bene che la scuola non è altro che questo. Anche se la tentazione è quella poi di voler vedere subito i risultati, mentre la storia ha da fare il suo corso...

Ma, appunto, questo inizio anno è un avvio dopo l'altro.

Il primo è stato quando, mossa dalle voci così tragiche che si sono levate dalla Siria, ho proposto ad alcuni studenti conosciuti l'anno scorso - validi musicisti e cantanti - di pensare a un concerto per sostenere progetti indirizzati lì. 
Ne è nata una serata bellissima, che ha coinvolto sempre più ragazzi, e che presto verrà replicata:  anzi, il bello è capire se e quando questi ragazzi riusciranno a frenare il loro entusiasmo, anziché brigare per trovare ancora nuove sale-concerto, o ampliare il repertorio...

Il secondo è di qualche giorno fa.

domenica 29 settembre 2013

La mamma di Silvia

Ieri a scuola è venuta a trovarmi la mamma di Silvia (ogni nome qui riportato è chiaramente fittizio...). Un incontro particolare per più motivi.
Prima di tutto, i colloqui non sono ancora aperti. Secondo, avevo cercato parecchio i genitori di Silvia alla fine dell'anno scorso, ma per impegni vari non son potuti venire, neppure a scuola finita.
E terzo: Silvia non è più mia alunna, perché l'anno scorso è stata bocciata (senza ricorso in appello...).

Ha avuto un anno disastroso, direi davvero dal primo giorno all'ultimo. Intelligentissima, ha sempre rifiutato di far compiti a casa (e a volte anche di svolgere quelli in classe). Nessun libro assegnato sembrava degno di lei (anche se li leggeva tutti). D'altra parte, anziché seguire le lezione, spesso leggeva suoi libri propri. Nessun collega è riuscito a "intercettarla". Aveva anche pochi rapporti con gli altri in classe. 

Ma tutti questi sono dettagli.  

martedì 4 giugno 2013

Cambiare perché

Tra le ultime letture nella mia classe terza, arriviamo al XXV capitolo di Machiavelli. 
Sì, è il celeberrimo in cui si afferma che "la Fortuna è donna"; ma a me preme sottolineare soprattutto la finezza psicologica del grande Segretario, che a un certo punto scrive che le virtù umane dovrebbero accordarsi coi tempi. Insomma: un uomo può prosperare solo essendo duttile rispetto ai suoi tempi.

Ed è proprio questo che risulta difficile agli uomini: infatti non si può facilmente "deviare da quello a che la natura l'inclina"; anche perché, "avendo sempre uno prosperato camminando per una via, non si può persuadere partirsi da quella". 
E' la fine dell'anno, le interrogazioni sono finite: adesso arriva davvero il bello (quel che si capisce non è funzionale a nessun voto: finalmente si capisce per sé, e basta!).
"Insomma, Machiavelli dice che per essere felici bisognerebbe essere disposti a cambiare se stessi, ma è quasi impossibile farlo; soprattutto se, grazie a certe nostre caratteristiche, prima non ce la siamo cavata poi così male... Siete d'accordo?".

venerdì 17 maggio 2013

Ulisse e il male dell'anima

Assegno ai miei studenti un tema personale sulla scorta dell'ultima lettura proposta; il libro (sempre il buon, vecchio Grossman) si presta bene a paragoni con il mondo adolescenziale vissuto dai miei ragazzi. 
Non è una novità che la loro sia età di crisi. E infatti di dolori e sofferenze ne emergono tanti, un po' in tutti i temi: è l'incomprensione dei genitori, o le amicizie che finiscono; magari l'incapacità di aiutare chi comincia a frequentare brutti giri... 
Ma uno, direi, li accomuna: il disagio di non sapere chi si è, che cosa si desideri veramente; il sentirsi in divenire, e vedere che ciò accade anche agli altri, e il patirne. 
Così, qualche giorno dopo, entro in classe con in testa il rumore di fondo dei loro temi. Comincio la mia lezione sull'Odissea. Proemio: 
"L'uomo ricco di astuzie raccontami, o Musa, che a lungo errò ... di molti uomini le città vide e conobbe le menti; molti dolori patì in cuore...". 

Com'è vicino Ulisse ai miei studenti; vicinissimo! "Ragazzi, guardiamo in nota: ricco di astuzie è una traduzione scelta tra le tante per un termine magnifico, polytropos; che vuol dire insieme astuto, versatile, che ha molto viaggiato... L'intelligenza di Ulisse è tale perché ha saputo viaggiare, tentare strade nuove: è segno di intelligenza trovare una strada adatta perché ciascuno degli altri, così diverso da noi, ci possa capire.