mercoledì 5 settembre 2012

Col corpo e con la mente

Questa estate mi sono concessa il "lusso" di quattro giorni volanti in Irlanda (non che siano state le mie uniche ferie: ho trascorso una settimana anche in Val d'Aosta e in Sardegna...). Il lusso deriva, oltre che dall'ottimo albergo in cui abbiamo prenotato, dall'aver deciso di andar via con alcuni miei colleghi di scuola, senza studenti. La proposta è stata di una collega di inglese che conoscevo appena, e mi son detta: "Se uno degli aspetti più importanti del mio mestiere sono i rapporti che si costruiscono, val la pena investirci...". Così, ecco scelta la meta: volo low cost con atterraggio a Knock; 3 notti a Westport; programma abbozzato da casa per visitare i dintorni.
La prima scoperta è stata proprio l'aeroporto:
scelto semplicemente per la tariffa di volo, ho scoperto in realtà che è stato costruito come appoggio a quella che in Europa è la terza meta dei pellegrinaggi religiosi (!): nel 1879 a Knock, infatti, si è avuta la prima apparizione cristiana "multipla" della storia: la Madonna, san Giuseppe e san Giovanni (oltre ai simboli dell'Agnello e della Croce).
Per l'alloggio abbiamo prenotato (ottima scelta!) con booking.com.
Punto più delicato, l'organizzazione dei trasporti in loco: autonoleggio o mezzi pubblici? Treno o bus? Alla fine abbiamo optato per i mezzi pubblici: corriere locali il primo giorno, poi un pullmino privato da 8 posti (incluso autista). Mete visitate (oltre a Westport): Croaghpatrick, la regione da Westport fino al Parco Nazionale del Connemara (incluso il castello-abbazia di Kylemore) e Achill Island (+ abbazia di Burrishore).
Quel che lascia senza fiato in Irlanda sono la natura e gli spazi aperti. Sul verde e i cieli di questa terra  credo sia ormai stato detto tantissimo, e questo mio primo viaggio lo conferma entusiasticamente. Sul volo di ritorno mi sono divertita a fotografare i campi attraversati, e la progressione è stata eloquente: i pascoli aperti e le case sparse in Irlanda; i campi ben disposti e ordinati in Francia; e il "sovraffolamento" urbanistico del nord Italia! (credo che quelle foto, insieme a Google maps, possano essere ottimi spunti per le mie lezioni di geografia in prima liceo!).
Secondo: la gentilezza e la familiarità degli Irlandesi. Segni evidenti, oltre al nostro autista e alle persone cui abbiamo chiesto informazioni, il clima dei pub di Westport. La città è veramente piccola; ma i pub non sono pochi. Entrati in uno dei più frequentati, abbiam dovuto rinunciarvi per la troppa gente. Ma gente che faceva corona ai musicisti che lì si trovavano: ascoltandoli in silenzio, accompagnandoli nei canti; 60, 80 persone in 4 metri per 4. Musicisti ignoti, strumenti non amplificati; calore come nel salotto di casa di uno qualsiasi dei presenti. Entrati in un secondo pub,  scena leggermente diversa: c'è anche un televisore, alcuni seguono la partita locale. Eppure, quando i musicisti (anche qui) attaccano coi pezzi tradizionali più noti, le voci si uniscono. Ci ho pensato a lungo: forse perché il paese è relativamente così giovane, o perché la città visitata è piccola... Ma cantare e godere della musica in questo modo è qualcosa che in Italia non esiste (non so se da qualche altra parte...).
Per ultimo, una evidenza ingruente col tempo che passa. Si possono consultare tutte le guide (e i siti) del mondo, gli amici più informati; ma nulla paga come il percorrere a piedi la città perché entri a far parte di noi. Convivere e dialogare con la gente del posto (anche semplicemente col nostro gentilissimo autista), o stare per due ore nel pub sotto casa; vedere a messa nel santuario le numerosissime famiglie del posto, coi bambini più belli del mondo. Si ha bisogno di parlare con chi vive qui, di percorrere a piedi le loro strade e prendere le loro corriere per capire i loro ritmi di vita; immaginare le torbiere e le colline del posto coperti di nebbia d'inverno, e magari dover percorrere 20 kilometri se ci si è dimenticati di comprare il pane o se si ha bisogno del dottore...
"Sol da sensato apprende / ciò che fa poscia d'intelletto degno", diceva il mio amico Dante nel canto IV del Paradiso: si conosce davvero solo col corpo e con la mente: e l'ordine dei due non è certo casuale...

Nessun commento:

Posta un commento