domenica 20 ottobre 2013

Avviando processi

All'inizio di quest'anno, quando ho letto questa frase, sono rimasta folgorata: 

"Il tempo inizia i processi, lo spazio li cristallizza. Dio si trova nel tempo, nei processi in corso. Non bisogna privilegiare gli spazi di potere rispetto ai tempi, anche lunghi, dei processi. Noi dobbiamo avviare processi, più che occupare spazi. Dio si manifesta nel tempo ed è presente nei processi della storia. Questo fa privilegiare le azioni che generano dinamiche nuove. E richiede pazienza, attesa" (JMB).

L'ho sentita subito come un elogio della vitalità dei miei studenti, e un programma completo per me. 
Avviare processi: un insegnante sa bene che la scuola non è altro che questo. Anche se la tentazione è quella poi di voler vedere subito i risultati, mentre la storia ha da fare il suo corso...

Ma, appunto, questo inizio anno è un avvio dopo l'altro.

Il primo è stato quando, mossa dalle voci così tragiche che si sono levate dalla Siria, ho proposto ad alcuni studenti conosciuti l'anno scorso - validi musicisti e cantanti - di pensare a un concerto per sostenere progetti indirizzati lì. 
Ne è nata una serata bellissima, che ha coinvolto sempre più ragazzi, e che presto verrà replicata:  anzi, il bello è capire se e quando questi ragazzi riusciranno a frenare il loro entusiasmo, anziché brigare per trovare ancora nuove sale-concerto, o ampliare il repertorio...

Il secondo è di qualche giorno fa.

domenica 29 settembre 2013

La mamma di Silvia

Ieri a scuola è venuta a trovarmi la mamma di Silvia (ogni nome qui riportato è chiaramente fittizio...). Un incontro particolare per più motivi.
Prima di tutto, i colloqui non sono ancora aperti. Secondo, avevo cercato parecchio i genitori di Silvia alla fine dell'anno scorso, ma per impegni vari non son potuti venire, neppure a scuola finita.
E terzo: Silvia non è più mia alunna, perché l'anno scorso è stata bocciata (senza ricorso in appello...).

Ha avuto un anno disastroso, direi davvero dal primo giorno all'ultimo. Intelligentissima, ha sempre rifiutato di far compiti a casa (e a volte anche di svolgere quelli in classe). Nessun libro assegnato sembrava degno di lei (anche se li leggeva tutti). D'altra parte, anziché seguire le lezione, spesso leggeva suoi libri propri. Nessun collega è riuscito a "intercettarla". Aveva anche pochi rapporti con gli altri in classe. 

Ma tutti questi sono dettagli.  

martedì 4 giugno 2013

Cambiare perché

Tra le ultime letture nella mia classe terza, arriviamo al XXV capitolo di Machiavelli. 
Sì, è il celeberrimo in cui si afferma che "la Fortuna è donna"; ma a me preme sottolineare soprattutto la finezza psicologica del grande Segretario, che a un certo punto scrive che le virtù umane dovrebbero accordarsi coi tempi. Insomma: un uomo può prosperare solo essendo duttile rispetto ai suoi tempi.

Ed è proprio questo che risulta difficile agli uomini: infatti non si può facilmente "deviare da quello a che la natura l'inclina"; anche perché, "avendo sempre uno prosperato camminando per una via, non si può persuadere partirsi da quella". 
E' la fine dell'anno, le interrogazioni sono finite: adesso arriva davvero il bello (quel che si capisce non è funzionale a nessun voto: finalmente si capisce per sé, e basta!).
"Insomma, Machiavelli dice che per essere felici bisognerebbe essere disposti a cambiare se stessi, ma è quasi impossibile farlo; soprattutto se, grazie a certe nostre caratteristiche, prima non ce la siamo cavata poi così male... Siete d'accordo?".

venerdì 17 maggio 2013

Ulisse e il male dell'anima

Assegno ai miei studenti un tema personale sulla scorta dell'ultima lettura proposta; il libro (sempre il buon, vecchio Grossman) si presta bene a paragoni con il mondo adolescenziale vissuto dai miei ragazzi. 
Non è una novità che la loro sia età di crisi. E infatti di dolori e sofferenze ne emergono tanti, un po' in tutti i temi: è l'incomprensione dei genitori, o le amicizie che finiscono; magari l'incapacità di aiutare chi comincia a frequentare brutti giri... 
Ma uno, direi, li accomuna: il disagio di non sapere chi si è, che cosa si desideri veramente; il sentirsi in divenire, e vedere che ciò accade anche agli altri, e il patirne. 
Così, qualche giorno dopo, entro in classe con in testa il rumore di fondo dei loro temi. Comincio la mia lezione sull'Odissea. Proemio: 
"L'uomo ricco di astuzie raccontami, o Musa, che a lungo errò ... di molti uomini le città vide e conobbe le menti; molti dolori patì in cuore...". 

Com'è vicino Ulisse ai miei studenti; vicinissimo! "Ragazzi, guardiamo in nota: ricco di astuzie è una traduzione scelta tra le tante per un termine magnifico, polytropos; che vuol dire insieme astuto, versatile, che ha molto viaggiato... L'intelligenza di Ulisse è tale perché ha saputo viaggiare, tentare strade nuove: è segno di intelligenza trovare una strada adatta perché ciascuno degli altri, così diverso da noi, ci possa capire.

domenica 14 aprile 2013

Sulle tracce dell'Europa

Un mosaico del palazzo reale a Pella
Vorrei sintetizzare il mio recente viaggio in Grecia e Turchia in poche righe. Anzi, vorrei parlarne per pagine e pagine, e aver scattato più foto, più belle. Ma farò quel che potrò. 
E' che per descrivere un viaggio immensamente ricco come il mio, le parole davvero non bastano, e neppure le foto. Vi accenno solo, augurando a tutti la fortuna di un viaggio altrettanto bello.

L'occasione: aver superato la selezione annuale dell'Agenzia Nazionale LLP per un viaggio che da Tessalonica mi avrebbe portato a Istanbul (non tutti sanno di questa bellissima opportunità: eppure ogni anno è possibile vincere queste "borse di studio" per formarsi come insegnanti, in uno o più paesi dell'UE, insieme a docenti e formatori di tutta le lingue...).

Le prime basiliche cristiane a Filippi
Le scoperte: troppe per poter essere trattate tutte. Innanzitutto l'incredibile sorpresa, giorno per giorno, del tesoro dei luoghi nascosti sotto strani toponimi. Certo, Thessaloniki è la storica Salonicco; ma chi avrebbe mai detto che, oltre a Philippi, Alessandropoli, Xhanti e Gallipoli (Channakale), avrei trovato anche la mitica Pergamo (Bergama), Nicea (Iznik), oltre a Troia, Bursa, Kavala, Konurlar... Tutti nomi scritti sul programma, cui sulla carta avevo dato credito un po' indistintamente, e si sono rivelati poi le pietre miliari di quanto normalmente spiego a scuola. E che hanno riaperto in me molteplici imput: la conquista dell'Oriente operata da Alessandro Magno, maturata a Pella e giurata solennemente sotto il monte Olimpo. Le mura della possente Troia tanto amata da Alessandro. Ma anche la romanizzazione della Grecia e della Turchia; le possibilità di convivenza tra musulmani e cristiani tra Oriente e Occidente; le prime comunità sorte attorno alla predicazione di san Paolo; le bellissime moschee e (ahimé!) la rovina di tante incredibili basiliche cristiane in Turchia...
Moschea blu
Istanbul, poi, mi è rimasta nel cuore. 17 milioni di abitati, in una città che si sviluppa tra mare e colline; un profilo di imponenti grattacieli e raffinatissime moschee, che magari si aprono all'improvviso tra le viuzze strette del mercato delle spezie. E una basilica sotterranea (146 metri!) voluta da Costantino solo per ospitare le cisterne della città...
Il Gesù di Hagya Sophia

Il tempo: meraviglioso.
In compagnia di altri 17 insegnanti di tutta Europa: Polonia, Lituania, Estonia, Paesi Bassi, Spagna, Portogallo, Svezia, Grecia, UK... e naturalmente dalla Turchia (meravigliosi insegnanti, patrimonio dell'umanità!). 
Una Turchia verdeggiante e florida,

Il fiume che scorre alle spalle di Pergamo (Bergama)
viva più che mai, e che si sveglia ogni mattina sotto il canto modulato e battagliero dei suoi muezzin.

Turchia ricca e poverissima insieme. Punto cruciale per capire quanto il mondo sia vasto e pieno di possibilità. E dove credo si stia giocando una importante partita per capire dove l'Asia e l'Europa vogliano andare...

(una raccolta di foto molto interessante si può trovare anche all'indirizzo http://boundingeurope.wordpress.com/ )

mercoledì 27 marzo 2013

Vacanze, tempo di compiti!

Oggi, sempre in una delle mie due prime, ho lasciato la mia bella lista di compiti delle vacanze: Qualcuno con cui Correre di Grossman, qualche esercizio di grammatica... E 5 pagine di diario, per descrivere il momento in cui assisteranno al tripudio di primavera, sfoderando l'uso accorto di tutti i loro sensi (olfatto, udito, vista...).

Eh sì: ché qui è ancora inverno... Ed io non potrò assistervi da Milano: settimana prossima partirò per un bellissimo viaggio in Grecia e Turchia, che mi porterà sulle rotte di Alessandro Magno e Costantino, san Paolo e gli Ottomani (ho vinto - fortunatissima! - un progetto Comenius per docenti UE, alla ricerca delle radici storiche dell'Europa...).
Quando ne ho accennato agli studenti, prima di andare via, mi hanno avvertito: "Prof, ma allora deve fare anche lei i compiti: una pagina al giorno per descrivere tutte le sensazioni che vivrà, una per giorno, per cinque giorni...".
E' la prima volta che i miei studenti mi assegnano un compito preciso... e non me ne dispiace affatto!

mercoledì 13 marzo 2013

Meravigliosi primini

Ho una prima, quest'anno, vivace come non mai. Anche a loro ho proposto di lavorare sull'Antigone: la classe ha sempre tantissime domande, e Antigone, da questo punto di vista, è un pozzo senza fine. Leggiamo il primo dialogo, quello tra le due sorelle; spiegata a grandi linee la vicenda, sapevano che avrebbero incontrato una ragazza più coraggiosa e un'altra più paurosa. Chiedo cos'altro hanno riscontrato nelle prime battute: a sorpresa, mi dicono subito "Antigone è testarda", "Ismene è più razionale, più realista". Naturalmente, li invito a dirmi perché: Ismene appare loro come una ragazza che pensa alle conseguenze del suo gesto, alla situazione drammatica in cui entrambe si trovano (sono donne, la legge è contro il gesto di devozione proposto da  Antigone, il resto della loro famiglia è già stato provato...). "E Antigone, perché testarda?". "Perché non ribatte alla sorella, agisce solo in base ai suoi sentimenti". 

In realtà, guardiamo più a fondo: 
ANTIGONE: Io gli darò una tomba, e  se per farlo dovrò morire, sarà bello. Giacerò accanto a lui che mi amava, io che lo amo; devo essere cara ai morti più che ai vivi, perché laggiù giacerò per sempre". Ma tu, se credi, disprezza pure ciò che è onorato dagli dei". 

Si aprono spunti vasto come un mare: Antigone agisce per amore fraterno, ma soprattutto per rispetto religioso (la devozione e il timore per la dimensione dell'aldilà). 
"E se una persona non crede nell'aldilà? C'è qualcosa di altrettanto forte che possa spingerci ad agire per il giusto"? Qualcuno tenta una risposta: si può fare il bene per il desiderio di essere riconosciuti, per la gloria che ne avremo. "E se nessuno ci vedesse, o lo sapesse, il nostro gesto di bene varrebbe lo stesso? Per esempio: se trovassi uno smartphone incustodito in classe, proprio simile a quello che avevano rubato a me, lo prenderei oppure..." "No, prof, perché così alimenterei la catena di ingiustizie che già c'è". "Un momento, prof: ma questo vale anche fuori dalla scuola? Per esempio se sono al parco, e trovo un portafoglio senza nome... A lasciarlo lì,  se lo prende qualcun altro..."  [anche il giusto vacilla...] 

domenica 10 marzo 2013

Di nuovo

Settimana scorsa son tornata, per la terza volta, ai Colloqui Fiorentini. Con una formula nuova: ho portato questa volta non miei studenti, ma quelli di altre classi. I miei dell'anno scorso, avendo già progettato un viaggio a Londra, non avrebbero potuto permettersene un altro, però hanno insistito per dirlo ad altri nella scuola; e si è costituito un gruppo che, tra mille traversie burocratiche (e comprensibili dubbi dei loro prof...) alla fine ha resistito, e si è iscritto. 

La prima a non credere molto in questa formula, d'altra parte, ero proprio io:

sabato 26 gennaio 2013

Il bianco e il nero

Dante mi sorprende sempre. Ho cominciato a insegnare con questo pensiero: facendo "giocare" in classe quel che mi piaceva, ci avrei sempre guadagnato qualcosa. E infatti Dante mi piace proprio per questo: ciò che scopro insegnandolo non mi capita con nessun altro.
Prima di Natale (lo so, è un po' che manco...) eravamo in classe davvero in pochi - ragioni varie. Riprendo il canto III dell'Inferno, e mi soffermo sul contrappasso degli ignavi.

Visto che non è la prima volta che lo spiego, so che devo aspettare sempre qualche frazione di secondo dopo aver spiegato la pena di queste anime. Gli ignavi sono coloro che nella vita si sono sempre rifiutati di scegliere il bene, e per questo ora sono costretti, nudi, a correre dietro un'insegna, punti da mosconi e vespe, e il sangue che cola viene raccolto da... (be', il testo parla da sé). Dicevo: aspetto sempre qualche secondo  perché - giustamente - qualche anima femminile esprima il proprio raccapriccio. Questa volta, però, non solo quello. Martina (la chiameremo così), la più mite e timida e schiva della classe, sbotta: "Non è giusto!".