venerdì 24 gennaio 2014

Rosso


In seconda si studia poesia: la metrica, le figure retoriche, gli autori. E credo che ogni insegnante lo sappia: a parte la difficoltà a memorizzare il nome di tutte gli artifici retorici, il bello non è scoprire quali ci siano nel testo, ma quale sia il valore aggiunto.
Per dei ragazzi delle superiori, esprimerlo non è scontato né facile.
Ogni tanto però mi riservano delle perle... Come questa.
Alla sera di Foscolo:
"E quando ti corteggian liete / le nubi estive e i zeffiri sereni..."
"C'è una personificazione: si vede dal verbo corteggiare... ".
"E perché viene usata proprio questa espressione? Che immagine di cielo vi siete rappresentati?".
"...".
Io penso a un cielo leggermente mosso, con nubi che si spostano leggermente, accarezzando l'orizzonte.
Ed ecco sorgere dal banco un autentico poeta:
"Ho immaginato il cielo arrrossire, perché le nubi lo corteggiano...".
 

martedì 21 gennaio 2014

Bellissimo

Mi capita spesso di ripensare al viaggio fatto l'anno scorso in Grecia e Turchia.
Tornerei subito: per le persone che ho incontrato lì, quel che ho visto, tutto quello che vorrei conoscere e capire di più di quei posti.

Oggi ho letto una poesia turca, che ha riaperto quella ferita di nostalgia.
La lascio qui per tutti:

There must be something 
(Bir is var) di Orhan Veli


Is the sea as beautiful as this every day?
Does the sky look like this all the time?
Is this furniture, this window
always as lovely as this?
No, by God no,
There must be something behind this somewhere

(traduzione di Bernard Lewis, 1982)